Il 70% dei bambini di quando ero bambino io si chiamava Luca. L’altro 30% si chiamava Gianluca.
La mia sensazione era che chiamarmi Luca fosse come l’aria, incolore e insapore, perché non mi dava il rilievo che avrei desiderato. Era una ics, un orpello anagrafico privo di fascino, un’occasione persa. Mi sarebbe piaciuto avere un nome da strafico, tipo Diego o Giandiego o Diegomaria, uno di quei nomi che non serve far seguire dal cognome per far capire chi tu sia (Ciao, sono Diegomaria – Sbam!). Ma alla fine meglio così, mi sentivo già abbastanza alieno per conto mio.
Adesso sono convintamente Luca. E va bene così.
La musica, per me, è orologio che si ferma, sospensione dell’attesa, tregua.
La musica è sensi (tutti assieme!), come il sesso.
La musica è miniera, più si scava più le pietre sono pure (attenzione a non confondersi col carbone).
Senza musica sarei ingolfato dalla razionalità e corroso dall’ansia.
Senza musica sarei un altro. Magari mi chiamerei Diegomaria.
Una risposta.
Ciao Luca ,volevo semplicemente farti i complimenti per il lavoro che hai fatto a Renato bravo !!!